Scrittura a mano o tastiera?
Ormai abbiamo perso l'abitudine di scrivere a mano e facciamo tutto tramite tastiera del computer o dello smartphone.
Purtroppo, è innegabile che la tecnologia ha avuto un impatto negativo sulla grafia dei bambini.
L'esperienza di chi è a contatto con le grafie adolescenziali ha da tempo avvertito le trasformazioni in atto che hanno portato a prevalere le "brutte grafie", con perturbazione dei ritmi di spazio e movimento, forme maldestre, confuse. La discussione se si tratti di disgrafia è tutta aperta, ma una difficoltà nella comunicazione è certezza immediata.
Ancora oggi, si dibatte su quale sia la risposta giusta da dare al quesito "Scrittura a mano con utilizzo della penna o videoscrittura su tastiera?", esprimendo così il contrasto che si è ormai delineato tra questi due diversi approcci, spesso presentato come contrasto tra il nuovo e l'antico destinato a concludersi con la definitiva affermazione del primo e il progressivo abbandono del secondo.
Ma tale contrapposizione ha ragione di esistere? Oppure, abbagliati dall'alta performance delle moderne tecnologie, si sta rischiando di privare le nuove generazioni dell'apprendimento di un'abilità umana di importanza fondamentale?
E' noto che la scrittura a mano rappresenta il gesto di motricità fine più preciso e complesso che l'uomo sia in grado di compiere, e quindi uno strumento estremamente avanzato e raffinato di interazione con l'ambiente esterno: il punto è capire se tale strumento possa essere abbandonato e sostituito senza che ciò comporti per l'uomo una perdita oggettiva di potenzialità.
Un concetto ormai largamente condiviso da tutti i maggiori esperti a livello internazionale è quello secondo cui la scrittura manuale non può e non deve essere abbandonata in quanto rappresenta un insostituibile ed inimitabile catalizzatore dello sviluppo cognitivo in tutte le sue espressioni.
La formazione di ogni lettera, difatti, esige uno specifico movimento, che a sua volta attiva alcune aree del cervello creando connessioni preziose per le altre funzioni cognitive (lettura, ortografia, memorizzazione...). Scrivere a mano, quindi, connette il processo logico della mente con le parole e consente al cervello di concentrarsi su di esse, capirle, impararle, ricordarle.
In una ricerca svolta in Francia, a un gruppo di studenti adulti è stato chiesto di prendere appunti scrivendoli a mano; mentre un altro gruppo li ha digitati al computer. In seguito è stato riscontrato che gli studenti che avevano preso appunti scritti a mano avevano ottenuto un livello più profondo di apprendimento.
Sally Payne, pediatra della fondazione NHS in Inghilterra, in un'intervista su "The Guardian", ha dichiarato che le nuove generazioni di scolari non hanno la forza manuale e la destrezza per tenere in mano una matita. Persino le lettere a Babbo Natale vengono inviate via email o scritte al computer e poi stampate.
Nina Iles, responsabile di "EdTech" presso la British Educational Suppliers Association, ha affermato che è importante bilanciare la consapevolezza digitale con la scrittura a mano, affinché i bambini possano esprimersi in modo creativo sia attraverso la tecnologia sia con la scrittura: "la chiave sta nell'imparare a farlo bene".
E, allora, forse la risposta al quesito sta nel cercare di trovare un equilibro tra la penna e la tecnologia: educare i bambini nell'utilizzo di tablet e smartphone solo dopo avergli fatto capire l'importanza della scrittura a mano!